Solo se siete stati a Firenze l'avete potuto mangiare. A Firenze è un'istituzione con radici antiche, quando trippa, testina, poppa e zampa di vitello erano per la povera gente alimenti con un po' di proteine a buon mercato.
Una leggenda presente quotidianamente per le strade della città sui "banchini dei trippai", questi piccoli chioschi su quattro ruote, che sono i baluardi di una tradizione popolare conservata nel tempo sotto l'ombra di antichi palazzi e grandi opere d'arte.
Il lampredotto non è cibo da turisti: è cibo di strada, della storia e della vita di un popolo, che per quelle strade è passato e in esse ha vissuto.
I fiorentini hanno sempre fatto di necessità virtù ed hanno saputo utilizzare questi prodotti per preparare delle gustosissime pietanze.
In tutte le piazze di Firenze c'è il banchino del trippaio, dove i fiorentini, e buongustai, possono gustare un bel panino con i'lampredotto, condito con salsa verde o salsa piccante.
Il trippaio ne tira fuori un pezzo dal pentolone sempre in caldo lo tagliuzza sopra il tagliere e lo mette nel panino metà del quale viene inzuppato nel brodo, sale pepe salsa verde o piccante e... un bicchiere di Chianti.
Questo “cibo di strada” consolidato nella tradizione fiorentina da secoli, ha varcato le soglie di Firenze e viene richiesto nelle manifestazioni dedicate alla cucina e agli alimenti e pietanze da passeggio.
Cos'è il lampredotto
Il lampredotto è un tipo di trippa.
Il termine "trippa" identifica alcune parti dell'apparato digerente del bovino, tra cui l'esofago, tre prestomaci (rumine, reticolo, omaso) e un vero e proprio stomaco ghiandolare, l'abomaso.
La trippa comune è una parte del rumine chiamata a Firenze croce per la sua inequivocabile forma: si presenta bianca e liscia, dal sapore poco aggressivo e la consistenza compatta e tosta.
Il reticolo viene chiamato cuffia per la forma che si rassomiglia a una cuffia da bagno. Ha un aspetto spugnoso, a piccole celle, con un sapore leggermente più lieve e una consistenza più morbida rispetto alla croce.
In Toscana la parola trippa si riferisce unicamente alla croce ed alla cuffia.
Poi c'è l'omaso, chiamato foiolo o centopelli, più calloso.
Per finire, c'è l'abomaso. Il lampredotto è lo stomaco abomaso. Esso comprende una parte magra, chiamata gala, caratterizzata da creste (gale) violacee che raccolgono il sapore migliore ed una parte chiamata spannocchia, un po' più grassa e tosta, dal colore più tenue e dal sapore leggermente più rotondo. Di colore scuro, prende il nome dalla lampreda, un'anguilla primordiale di cui ha la forma e una volta abbondantissima in Arno.
Il panino co i'lampredotto
Viene servito dai trippai nel panino chiamato semelle con l'aggiunta, secondo il proprio gusto, di condimenti a scelta, che vanno dal semplice sale e pepe, alla classica salsa verde, fino ad arrivare all'olio piccante. Per ultima, vi aspetta la rituale domanda del trippaio fiorentino: lo vuole bagnato? Rispondete di sì. Tufferà così nel sugo del pentolone la calotta superiore del panino, che vi sarà così servito gustoso e gocciolante.
La ricetta del lampredotto lesso
Ingredienti:
- 1 lampredotto intero
- 2 pomodori
- 4 carote
- 2 grosse cipolle
- qualche foglia di basilico
- 1 ciuffo di prezzemolo
- 2 chiodi di garofano
- 4 coste di sedano
- sale e pepe q.b.
Ogni trippaio ha la propria ricetta che resta unica e irriproducibile anche utilizzando gli stessi identici ingredienti. Quella indicata sopra è soltanto una ricetta base da seguire, non vuol essere la pretesa di essere la ricetta vera, proprio perché ognuno potrà conoscerne una diversa e sicuramente l’una meglio dell’altra.
Preparazione:
In abbondante acqua porre tutti gli ingredienti compreso il lampredotto prima lavato e sgrassato.
Lasciar bollire a fuoco dolce per circa un'ora.
A questo punto scolare il lampredotto, disporlo su un largo piatto di portata e servirlo accompagnato con sottaceti, salsa verde o piccante, oppure più semplicemente condito col brodo di cottura e spolverato con sale e pepe.
Buon appetito!
Dove mangiare i'lampredotto e la trippa alla fiorentina
I "banchini dei trippai a Firenze"
- Mario Albergucci, Piazzale di Porta Romana
- Lorenzo Ancilli, Piazza Artom
- Marco Bolognesi, Via Gioberti (Piazza Beccaria)
- Alessio Farolfi, Via Aretina (angolo Via Casaccia)
- Orazio Nencioni, Loggia del Porcellino
- Sergio Pollini, Via de' Macci (angolo Borgo la Croce)
- Leonardo Torrini, Viale Giannotti (Piazzetta del Bandino)
- Lupen e Margo (ex La Trippaia), Via dell'Ariento (ang. Via Sant'Antonino)
- Il Trippaio di Firenze, Via Maso Finiguerra (angolo Via Palazzuolo)